Come faremo senza Brugnaro?

L'inevitabile crisi giudiziaria del governo veneziano

Anche questa volta, un paio di puntate della trasmissione Report del solito Sigfrido Ranucci sono bastate a scoperchiare il vaso di Pandora mettendo in luce l'affare dei Pili, in buona sostanza un terreno comunale acquistato per 5 milioni di euro, e rivalutato a 150 milioni per essere rivenduto ad un imprenditore di Singapore con la promessa di raddoppio dell'indice di edificabilità e massicci investimenti da parte del Comune di Venezia. La macchina della giustizia si è quindi messa in moto e i primi effetti  cominciano a vedersi.

VENEZIA - La cronaca di questi giorni. Un nutrito coro di veneziani sdegnati ha chiesto le dimissioni di Luigi Brugnaro dopo l'arresto dell'ex assessore Renato Boraso e la raffica di avvisi di garanzia ricevuti dallo stesso sindaco e parte della sua giunta comunale.

In realtà, che qualcosa non andasse nel verso giusto a Venezia si sapeva già da anni. Praticamente fin dall'esordio le gesta di Brugnaro sono state criticate in modo malevolo da gran parte della Serenissima popolazione. Basti pensare che la sua fortuna si fonda principalmente sulla creazione di un’agenzia interinale, l’Umana spa, un'attività considerata illegale prima delle modifiche applicate nel 1997 dall'allora ministro Tiziano Treu che, per ironia della sorte, era anche un esponente del centro sinistra.

Le agenzie interinali sono praticamente delle agenzie di collocamento che guadagnano una percentuale sul costo dei lavoratori collocati nei vari servizi, un meccanismo piuttosto controverso che tra l'altro in pochi anni ha ridicolizzato le paghe di molti lavoratori stagionali nel territorio lagunare.

Ciononostante, la fama di Brugnaro all'inizio cresce esponenzialmente grazie all'entusiasmante ascesa della Reyer Venezia Mestre, la squadra di pallacanestro che sotto la sua presidenza arriva a conquistare il campionato italiano del 2016-17 dopo 74 lunghi anni di astinenza.

È durante questa ondata di popolarità che al brillante imprenditore si presenta l'occasione di scendere in campo in politica e presentarsi nel 2015 come candidato sindaco di Venezia, carica che riesce a conquistare grazie all'estemporaneo appoggio della Lega e Fratelli d'Italia nonostante l'evidente conflitto d'interessi.

Conflitto sempre negato ed esorcizzato, ma riemerso prepotentemente in questi giorni in cui tra le altre cose sono sotto osservazioni gli appalti milionari concessi agli sponsor finanziatori della squadra di basket e i relativi dipendenti del suo staff promossi a dirigenti del Comune.

Trentadue indagati, quattordici società coinvolte «Ecco come crolla la fortezza eretta dal sindaco» così titola La Repubblica nell’articolo in cui parla del Sistema Serenissima.

Certo non era passato inosservato neanche l’acquisto del superyacht di 30 metri da10 milioni di euro che Brugnaro ha acquistato durante la pandemia «per sostenere la cantieristica italiana» dal Gruppo Ferretti, uno dei maggiori attori partecipanti al Salone Nautico di Venezia (Ma la Ferretti non è di proprietà della cinese Weichai?) mentre qualcuno ha malignato anche sull'incontro del sindaco con S. E. Sheikha Al Mayassa bint Hamad Al Thani, sorella del potente emiro del Qatar con la quale si vorrebbe intraprendere una partnership artistica.

In pratica, la prossima Biennale di architettura si presenterà sotto la nuova direzione di Pietrangelo Buttafuoco, espressione del nuovo governo di destra, nominato dal ministro Gennaro Sangiuliano che ha appena dato il suo benestare per la realizzazione del nuovo padiglione del Qatar, col finanziamento di 50 milioni di euro appena donati a Venezia dal paese arabo per «per soddisfare le pressanti esigenze della Città nella gestione di un patrimonio unico ed estremamente complesso, che trascende i confini e rappresenta un tesoro per l'umanità».

I detrattori hanno subito speculato sul fatto che questo potrebbe rappresentare un problema visto che la Sceicca del Qatar colleziona case di moda, alberghi e opere d'arte come le sue coetanee collezionano scarpe.

La memoria corre al lontano 1893 quando l'allora sovrintendente ai beni culturali del Regno d'Italia, il venezianissimo conte Dino Barozzi, cedette al potente banchiere francese Edouard André i soffitti affrescati dal Tiepolo della villa Contarini detta Dei Leoni di Mira grazie all'ignavia dell'apparato amministrativo. Nonostante la sollevazione popolare e l'intervento dei carabinieri, i superbi affreschi del Tiepolo arricchiscono ancora oggi i soffitti del museo Jaquemat-André di Parigi. 

È risaputo che la storia tende a ripetersi, specialmente in politica, siamo quindi sinceramente preoccupati per il nostro sindaco, cofondatore di Coraggio Italia col suo collega Giovanni Toti, anch’egli attualmente agli arresti domiciliari.

Saranno state le polemiche con Elton John sul tema delle famiglie omogenitoriali o il contenzioso per l'acquisizione dell'Isola di Poveglia con gli ambientalisti, fatto sta che il nostro sindaco pare non essere più il «più amato d'Italia» con il 65% dei consensi come riportava un improbabile sondaggio pubblicato dall’ANSA nel 2022. 

Peggio ancora, anche i suoi tradizionali alleati sembrano cominciare a fare marcia indietro, e nei corridoi di Ca' Farsetti già cominciano a girare fantascientifiche ipotesi come l’arrivo dell’uscente governatore Luca Zaia ad esorcizzare la possibile uscita di scena del sindaco per far posto al nuovo Doge di Venezia.

Insomma, pare che prossimamente ne vedremo delle belle, e parafrasando il Tancredi del Gattopardo «Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi» nel frattempo i soliti detrattori si domandano un po’ prematuramente, come faremo senza Brugnaro?


 


 

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