Illustrazioni

Facce ride

Vignette velenose

Dopo le vignette su Maometto esibite sulla maglietta da un ministro leghista, che hanno dato scandalo in tutto il mondo, un’altra vignetta dedicata a un altro ministro italiano, quello del governo postfascista addetto alla sostituzione etnica, solleva un coro di critiche indignate negli ambienti di destra e non solo, riaprendo un dibattito vecchio come il cucco sui limiti del diritto di satira. Che, come dimostrato anche dalla vicenda di Charlie Hebdo, in una società libera e democratica non può avere limite alcuno. Salvo quello dell’insulto.

Il Lunedì

Douce France

Macron, un Presidente sotto choc

Roberto Bianchin

Nessun Paese al mondo è stato soggetto ad attacchi concentrici più devastanti, su vari fronti, come la Francia in questi ultimi tempi. Dalla rabbia dei gilet gialli alla furia del terrorismo islamico, fino all’esplosione del coronavirus. Un uragano di disgrazie difficile da reggere per qualsiasi governo. Il Presidente Macron ha mostrato fierezza, orgoglio e dignità nei modi, ma non è stato in grado di risolvere nemmeno uno dei gravi problemi sul tappeto. È apparso smarrito, incerto, confuso e contraddittorio. E ha commesso anche qualche grave errore.

Attualità

Les cons cinque anni dopo

Un processo monco e tardivo per un orribile eccidio

Roberto Bianchin

Mentre a Parigi comincia il processo per i sanguinosi attentati del 2015, il settimanale satirico Charlie Hebdo ripubblica le dodici vignette su Maometto che ne fecero il bersaglio dei terroristi islamici. Dodici furono le vittime nella redazione del giornale, tra cui un agente. Il giorno dopo, altre cinque vittime in un supermercato. Ma è un processo monco e tardivo. I responsabili sono tutti morti o scappati, alla sbarra solo complici di secondo piano.

Charlie Hebdo