Lo sterminio dei rinoceronti
nelle savane del Sudafrica
In azione pericolose bande di bracconieri
Stanno uccidendo gli ultimi rinoceronti della terra per vendere i loro corni dalle miracolose proprietà terapeutiche. Ma non è vero niente, è solo superstizione. Però al mercato nero valgono ottanta mila dollari al chilo. Solo l’anno scorso sono stati uccisi 1.215 rinoceronti. Erano cinquecentomila all’inizio del secolo scorso. Ora ne sono rimasti solo ventinove mila. Un giornalista tedesco e un fotografo svedese sequestrati e minacciati di morte.
MAPUTO (Mozambico) – Che i rinoceronti non siano particolarmente spiritosi, neanche di compagnia, che non abbiano un bellissimo carattere, e che sia meglio girare alla larga se per caso ne incontri uno, è risaputo. Ma non è una buona ragione per ucciderli. Per sterminarli. Eppure è quello che sta succedendo in Sudafrica, dove i bracconieri stanno facendo strage dei rinoceronti rimasti, pochi, molto pochi rispetto a un secolo fa.
Non li uccidono perché sono cattivi e pericolosi per l’uomo, no. Li ammazzano per poter tagliare loro quel grande corno che hanno sulla fronte, e venderlo al mercato nero. Costa carissimo, è un affare per chi lo vende. Non per chi lo compra. La polvere di corno di rinoceronte è infatti richiestissima, perché si crede che abbia proprietà terapeutiche quasi miracolose. Ma è solo un inganno.
I rinoceronti, animali tra i più antichi del mondo, popolano la terra da milioni di anni. Eppure presto saranno estinti se i bracconieri continueranno a ucciderli sistematicamente. Basti pensare che ce n’erano ancora cinquecentomila all’inizio del Novecento, e che nei primi anni Settanta si erano già ridotti a settantamila.
Oggi la maggior parte di loro vive in Sudafrica, nei parchi nazionali Kruger e Limpopo del Mozambico. Secondo l’organizzazione governativa Save the rhino, che si batte per la loro sopravvivenza, ne sarebbero rimasti in vita solo ventinove mila. Sono minacciati, oltre che dalle guerre e dalla perdita progressiva dell’habitat naturale, soprattutto dal bracconaggio. Un’escalation impressionante: nel 2008 sono stati uccisi 83 rinoceronti, solo l’anno scorso 1.215.
«Le forze di sicurezza sudafricane conducono da anni una campagna militare per contrastare la caccia ai rinoceronti», spiega Bartholomaus Grill, un giornalista del giornale tedesco Der Spiegel, sequestrato dai bracconieri insieme al fotografo svedese Toby Selander (e poi rilasciato), mentre stava realizzando un’inchiesta che partiva dal massacro dei rinoceronti in Sudafrica per risalire agli intermediari in Mozambico e agli acquirenti finali in Vietnam.
La sua vicenda l’ha raccontata in Italia il settimanale Internazionale: «Mi hanno catturato in un piccolo villaggio del Mozambico e mi hanno minacciato di farmi fuori. Mi aspettavo che da un momento all’altro si fermassero in una radura e mi uccidessero».
Il Sudafrica ha schierato delle unità anti-bracconaggio, sostenute da agenti speciali della polizia e dell’esercito. I militari ricorrono ai droni per sorvegliare l’enorme territorio del parco nazionale Kruger, dove ogni giorno, secondo stime della direzione, sono attivi almeno quindici gruppi di bracconieri. Ma non basta. La mattanza continua. Perché i profitti sono notevoli: al mercato nero il corno di rinoceronte si vende a ottanta mila dollari al chilo. Più dell’oro e dell’eroina.
Questo è dovuto al fatto che la richiesta è enorme. Ma è tutto frutto di un malinteso. Di una falsa credenza. Nei paesi asiatici, in particolare in Vietnam, è diffusa infatti la convinzione che la polvere di corno di rinoceronte abbia poteri quasi miracolosi: riesce ad abbassare la febbre, ad alleviare i dolori, e persino a curare le malattie più gravi.
Ma non è vero niente, spiegano gli esperti. È solo superstizione. Il corno del rinoceronte è fatto semplicemente di cheratina, come le unghie e i capelli umani, e non ha alcuna proprietà terapeutica. Ma proprio neanche una. E però non c’è niente da fare.
I prodotti esotici come l’avorio, la bile di orso, il vino di ossa di tigre, sono richiestissimi. E la strage degli ultimi rinoceronti, per colpa della stupidità e dell’avidità umana, un binomio quasi invincibile, continua.★