Caccia al tartufo
intorno al castello
Nelle nobili terre dei Montefeltro
Nella tenuta che avvolge il millenario castello di Petroia, tra Gubbio e Perugia, gli ospiti diventano cercatori di tartufi, e vanno alla ricerca del prezioso fungo per poi gustarlo alla tavola dello chef. Lungo i sentieri in compagnia dell’arguto fattore Cesare e della sua deliziosa cagnolina Stella, attraverso trecento ettari di boschi. Quindi tutti a tavola con i piatti d’autore di Andrea Laurenzi.
PETROIA (Perugia) – Nelle mense di nobili e signori, già nel Medioevo si apprezzavano le portentose proprietà del tartufo, considerato come la quintessenza per il piacere dei sensi. Le antiche cronache raccontano che i conti e i duchi che hanno abitato per secoli e secoli il millenario castello di Petroia, nelle terre intorno a Perugia, dove hanno tenuto feste mirabolanti e banchetti rimasti leggendari, erano particolarmente dotati di quel fiuto raffinato che guida i cercatori di tartufi, e soprattutto i loro amici a quattro zampe, nelle meticolose ricerche del pregiato fungo.
Senza dubbio oggi, intorno a questo gioiello storico, dove Elisabetta Accomandugi diede i natali a Federico da Montefeltro, e che si erge autentico con il suo mastio dell’undicesimo secolo e le antiche mura del borgo medievale sulla fresca collina che si staglia sulla strada provinciale tra Gubbio e Perugia, la morfologia del terreno e la sovrabbondanza di piante da tartufo creano le condizioni perfette per la nascita del re della tavola umbra.
Così, per mettere alla prova fiuto e abilità, i privilegiati ospiti del castello di Petroia, dove ancora oggi si può vivere come signori medievali nelle tredici camere ed esclusive suite del maniero, partono allegri e ben disposti al seguito dell’arguto fattore Cesare e della sua inseparabile compagna Stella, lungo i sentieri che si snodano nella natura che decora i trecento ettari di boschi e prati che circondano la fortezza.
Cesare è un mago nell’individuare i luoghi delle tartufaie, e la sua fedele Stella, uno splendido esemplare femmina di Kurzhaar, completa l’opera, scavando con estrema precisione il posto in cui si trova il più nobile prodotto della terra. Il freschissimo tartufo, che gli ospiti del castello si divertono a cercare con l’infallibile coppia di cavatori, viene poi portato nella cucina dello chef Andrea Laurenzi, re del ristorante del maniero, capace di esaltare i sapori del rinomato fungo, preparando piatti d’autore che saranno serviti agli ospiti-cercatori.
Un’esperienza unica per quanti partecipano a questa particolare caccia al tartufo, in quanto possono godersi anche il piacere di passeggiare nella natura più selvaggia, tra roverelle, lecci, noccioli, cerri e querce secolari, scoprendo ben diciannove percorsi che si snodano nel parco naturale del maestoso castello di Petroia, dove non mancano coltivazioni di olivo e dove vige un severo rispetto per la biodiversità. Un indirizzo prezioso, insomma, sia per la natura e la quiete, che per la cucina.★
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