Il Venerdì

Spigolature maggioline

Alcuni fatterelli bizzarri occorsi in laguna

Andrea Silvestri

Essendo che ormai fare un ragionamento tutto filato diventa sempre più difficile (un po’ come prenotarsi per farsi inoculare il vaccino; tipo che agli ottantenni capitava che gli intimassero di andare a Sant’Erasmo da Rialto in dove che vivono, che lì c’era il battello per i vecchi vaccinandi: battello che si presume inamovibile e non navigante) è di molto meglio raccogliere qua e là momenti esilaranti grazie all’assidua frequenza del Mauri (fai ciao con la manona, Mauri) che invece lui naviga tantissimo (su internet).

Il Venerdì

Sputnik fatto in casa

Come rimediare alla disfatta dei vaccini

Andrea Silvestri

Quando che abbiamo capito che a noi il vaccino non ce lo faranno mai (cioè, dovrebbero farcelo, ma molto avanti, così avanti che è quasi, appunto, mai) perché come che dice Ciang: «Voi non avete rischio e neanche età».

 

Il Venerdì

Riviste perdute

La storia dell’arte (e della stampa) secondo Mauri Vianello

Andrea Silvestri

Se c’è una cosa che la modernità virtuale ha cancellato rapidamente e per sempre (secondo il Mauri Vianello, eccolo qua: «saluta i lettori, Mauri!») una cosa che pure ci ha tenuto compagnia per decenni, molti dei quali felici: è la stampa su carta di immagini e parole in riviste e giornali cosiddetti per soli uomini, o per uomini soli, se preferite.

Il Venerdì

Caccadura e Caccamolla

L’affetto per la propria città è anche questo

Andrea Silvestri

A Venezia sono tornate le merde. Non in senso metaforico o allegorico, simbolico, o traslato, oppure addirittura emblematico. Che invece infatti e peraltro molte di queste figurativamente parlando (come che dice Genny, ovvero Gennaro Esposito, eccolo qua) non sono mai andate via.

Il Venerdì

Lingue madri

A spasso per Venezia ieri pomeriggio

Andrea Silvestri

Come che diceva Lino Toffolo («ti te ricordi de Toffolo, Mauri?» «Ovvio! Come podaria mai desmentegarme! Ciao lettori!»). Ricomincio. Come diceva Toffolo: l’italiano a Venezia è per noi la prima lingua straniera. Ma per tantissimi abitanti della terraferma adesso anche. Al posto dell’italiano parlano una roba inventata sulla base dell’inglese che fa infuriare tantissimo Milord, che lui è inglese sul serio e che parla veneziano come seconda lingua.

Il Venerdì

Ritorno all’anormalità

Grande preoccupazione per i bragolanti

Andrea Silvestri

Il Mauri (Vianello, il più giovane bebi pensionato d’Italia, tanti tanti anni fa; eccolo qua: «Mauri saluta el letor! Fame na carità! Gavemo solo che lù»). Il Mauri (ricomincio) è molto preoccupato. Moltissimo. Prima o poi questa bizzarra situazione pandemica finirà. E tutto tornerà a funzionare, non si sa ancora come.

Il Venerdì

Il simposio dei bragolanti

La supremazia dei generi

Andrea Silvestri

Il simposio, come che diceva il Leopardi, è di molto migliore che il convivio: nel primo si beve insieme, nel secondo si mangia. Ora, dato sì che i greci erano inclini ed avvezzi alla filosofia: preferivano il primo. Che, come quasi tutti possono aver sperimentato personalmente, riesce difficile di argomentare pensieri masticando e deglutendo; mentre altresì invece il bere aiuta tantissimo a sbrigliare il pensiero.

Il Venerdì

Alieni su Marte

Esistono davvero!

Andrea Silvestri

«Ecco! Teogavevoditomi!» Il Mauri (Vianello: eccolo qua! «Tasi un momento Mauri che so drio scriver!») è tutto contento perché finalmente è stato svelato al Mondo quello che già (il Mauri, non il Mondo) sapeva. Che gli alieni esistono! E che noi siamo troppo inferiori per incontrarli. E che è tutto segreto. E che nessuno sapeva niente fino a ieri.

Il Venerdì

È andato tutto a Patrasso!

La nuova mania etimologica

Andrea Silvestri

E come che è e come che non è, adesso al Mauri (Vianello, che è qui anche lui: «Fai ciao con la manina ai lettori, Mauri!») gli è venuta la mania dell’etimologia. Che dopo l’avvincente ma pericolosissimo gioco del magrasso è il vizio in cui indulgono precipitosamente gli anziani.

Il Venerdì

Dalle carte alla carne

Lettere libri giochi, filosofi e amanti veneziani

Andrea Silvestri

E no ciò:  che dopo pensate che qua in campo della Bragora non sappiamo le cose. Ecco qua. Uno che ce l’aveva a morte con il giuoco delle carte e di conseguenza inevitabilmente con il nobile e pericolosissimo gioco del magrasso era l’incontenibile Arthur Schopenhauer che la sua amante carnale veneziana (Teresa Fuga, che a lei il Terribile Arturo piaceva tantissimo) chiamava Arthur Scharrenhans.

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