Circhi sull’acqua
un gradito ritorno
Due nuove produzioni a Milano
Torna la moda dei circhi sull’acqua. Ben due produzioni in contemporanea a Milano, e con un buon successo di pubblico. Il Circo Gravity di Larry Rossante e il Circo sull’Acqua di Tyler Martini. Idee originali, con artisti di spicco come Crazy Wilson, Willie Colombaioni, Silke Pan, Davide De Masi. Una nuova concezione dello show che strizza l’occhiolino al teatro e al varietà. E rigorosamente, ambedue senza animali. In compenso è consentito l’ingresso ai cani. E in una caravan d’epoca si potrà anche dormire.
MILANO – Una volta, tanto tempo fa, i circhi sull’acqua andavano di moda. Produzioni spettacolari, cascate di migliaia di litri d’acqua, tuffatori spericolati, avvenenti sirene volteggianti nella vasca degli squali. L’ultimo, grandioso, rimasto nella memoria, fu quello di Darix Togni, più di mezzo secolo fa, a cavallo tra gli anni ’60 e i ’70. Poi, come anche i circhi sul ghiaccio (memorabile quello di Moira Orfei), sono passati di moda.
Adesso, come tutte le mode, tornano di moda. Sarà perché le idee scarseggiano, sarà perché tornare a un passato che nessuno ricorda più sembra una cosa nuova, sarà per trovare un antidoto alla mediocrità dei circhi italiani di oggi (all’estero è tutta un’altra cosa…), privi ormai di grandi complessi, di grandi spettacoli, come delle grandi famiglie che hanno fatto la storia del circo italiano (i Togni lavorano all’estero e gli Orfei che trovate in giro sono penosamente falsi).
Va perciò salutata con favore l’apparizione –addirittura in contemporanea- non di uno ma bensì di due circhi sull’acqua sull’esigente piazza di Milano, uno all’Idroscalo, l’altro a Piazzale Cuoco, con una buona affluenza di pubblico e commenti per lo più positivi. Anche perché tutti e due sono senza animali (storia ormai archiviata). Un’altra nota particolare di merito va ai titolari dei due complessi, Larry Rossante del Circo Gravity e Tyler Martini del Circo sull’Acqua, per avere finalmente abbandonato le insegne Orfei utilizzate impropriamente fino a poco tempo fa (Rossante esibiva, ancora nel 2019, il marchio David Orfei, Martini l’insegna Rinaldo Orfei fino allo scorso luglio).
Si può fare un buon circo infatti, come dice lo stesso Rossante, anche senza usare il nome Orfei. E il suo Gravity, al secondo anno di vita con uno spettacolo tutto nuovo, un buon circo lo è senz’altro. Larry, che è circense di vasta esperienza e artista versatile (in questa occasione ripropone le sue grandi illusioni), ha saputo rinnovare molto lo spettacolo, e “imboccare strade nuove” per “far riscoprire la magia del circo” riavvicinando un pubblico che si era andato smarrendo. Lo ha fatto imboccando deciso la strada del circo-teatro, grazie alla presenza (a volte anche eccessiva) di un autentico mattatore come Mr David (Davide De Masi), attore, showman, acrobata, giocoliere ed escapologo, dotato di una verve e di una comunicativa non comuni, che guida lo show con mano brillante, originale e sicura.
Anche il cast non è male. A cominciare dalle moto volanti che sfrecciano all’improvviso facendoti sobbalzare sulla poltrona e puntano verso l’alto della cupola attraversando lo chapiteau in un folle, acrobatico e pericolosissimo volo, per continuare con il Duo Stauberti alla pertica, premiato con un clown d’argento al Festival di Montecarlo, con le acrobazie dei Rivera Brothers al filo alto e alla ruota della morte, il volo di Nancy in sospensione capillare, l’emozionante esibizione della verticalista svizzera Silke Pan, tornata alle scene quindici anni dopo l’incidente che la rese paraplegica, e la lieta sorpresa di un intenso numero alle cinghie aeree del giovane Simone D’Agostino, un artista appena diciannovenne uscito da quella fucina di talenti che è l’Accademia di Arti Circensi del Piccolo Circo dei Sogni di Peschiera Borromeo, fondata da una celebrità del circo come Paride Orfei e diretta da un’acrobata di alto livello come la bulgara Snezhinka Nedeva. Da ultimo, altre due iniziative da applausi: al circo possono entrare i cani (finalmente!), e tra poco si potrà anche dormire, in una caravan d’epoca della famiglia Togni che stanno ristrutturando, e che diventerà un piccolo museo viaggiante del circo: il Gravity Circus Hotel Museum.
Anche Tyler Martini con il suo nuovo Circo sull’Acqua ha fatto le cose in grande, allagando completamente la pista con un diluvio di ben 40mila litri d’acqua. L’effetto è magico, straniante, lo scenario dell’isola sullo sfondo, le vasche, i trampolini, le fontane, gli zampilli, e una storia da raccontare: l’avventura di un naufrago (l’ottimo clown Adrien, Adriano Zambelli, esemplare il remake della lotta in vasca con lo squalo), che deve cercare di recuperare, attraverso mille peripezie e fantastici incontri, il magico forziere dov’è racchiuso un magnifico tesoro.
Anche in questo spettacolo, un cast di tutto rispetto. A cominciare da Willy Colombaioni, uno dei migliori giocolieri in circolazione (10 cerchi, 7 clave), capace di battere record su record, per continuare con un altro recordman da Guinnes dei primati, come l’acrobata colombiano Crazy Wilson, spericolatissimo sulla ruota della morte, premiato con un clown d’argento al Festival di Montecarlo nel 2008, per molti anni star di circhi straordinari come il Barnum negli Usa e il Moira in Italia. Crazy Wilson, vero nome Wilson Dominguez, è stato il primo artista al mondo a eseguire una serie di salti mortali all’esterno di una ruota in movimento. Una volta, nel 2018, al Circo Krone, in Germania, volò via come una rondine. Si ruppe qualche costola e ricominciò. Anche adesso, che non è più un ragazzo (ha 51 anni), ogni volta che fa quel numero mette i brividi. E il pubblico lo capisce tributandogli ogni volta una standing ovation.
Completano più che degnamente il cast la sinuosa Sharyn Monni, acrobata alle cinghie aeree e contorsionista nella coppa di champagne, il dotatissimo verticalista spagnolo Justin Monteiro Vassallo, i collaudati Donald Niemen e Vanessa Cecchinato in un numero mozzafiato con coltelli e balestre. Simpatica e apprezzata l’iniziativa di incontrare il pubblico nel foyer, al termine dello spettacolo, da parte di tutti gli artisti.
Nell’insieme, due spettacoli più che apprezzabili, che riconciliano con lo spettacolo del circo, anche per lo sforzo creativo messo in pista, e che fanno ben sperare per le sorti –al momento non felicissime, almeno in Italia- di quello che resta comunque il più grande spettacolo del mondo.