Ti dico io chi

non votare

Le elezioni presidenziali in Francia

L’autorevole quotidiano francese Le Monde, pur appartenendo al versante progressista, non invita a votare per Emmanuel Macron. In compenso invita apertamente a non votare i suoi principali avversari, vale a dire Marine Le Pen ed Eric Zemmour. Una trovata assolutamente geniale. Chapeau.

Il francese Le Monde è un grande giornale. Non è un’opinione e non lo si scopre certo adesso. Il quotidiano del primo pomeriggio che si stampa a Parigi e che esce con la data del giorno dopo, fondato da Hubert Beuve-Méry, e considerato uno dei più autorevoli del mondo, lo ha ampiamente dimostrato nel corso dei suoi settantotto anni di vita.

Politicamente parlando, Le Monde non ha mai nascosto la sua vocazione progressista, sempre tenacemente difesa dalla Società dei Redattori, vale a dire giornalisti e dipendenti, che detengono storicamente una quota consistente del gruppo editoriale, oggi al 25 per cento. Più precisamente, è un giornale lib-lab, come si diceva un tempo, o liberal-socialista, cioè liberale in economia e avanzato nel campo delle libertà individuali e dei diritti civili. Proprio com’era La Repubblica di Eugenio Scalfari. (Detto tra parentesi, proprio pochi giorni fa, il 6 aprile, il suo fondatore ha tagliato il venerabile traguardo di 98 primavere. Tanti auguri, direttore).

Questo per dire che Le Monde non ha e non ha mai avuto paura di far sapere qual è la propria opinione – condivisibile o meno che sia – sui vari temi del mondo, né di schierarsi, anche apertamente, nel corso delle varie campagne elettorali. L’ultima dimostrazione l’ha data il suo attuale direttore, Jérome Fenoglio (di chiare origini italiane, da Cortemilia nelle Langhe, per l’esattezza), con una robusta articolessa dedicata alle elezioni presidenziali (Un scrutin à hauts risques) strategicamente piazzata con l’incipit in prima pagina sabato 9 aprile, proprio un giorno prima del voto.

Fenoglio argomenta, con dovizia, arguzia ed eleganza, che il ruolo di Le Monde «non è quello di sostenere un candidato, ancor meno di invitare a votare per lui». Ineccepibile. Però un giornale indipendente – aggiunge – ha il dovere di mettere in guardia i cittadini «su un certo numero di pericoli e di rischi», che in questo caso sono quelli che corre la Francia. Ineccepibile anche questo.

Quindi, dal momento che «il nostro progressismo», spiega il direttore, significa coesione sociale, uguaglianza tra uomini e donne, solidarietà tra generazioni, libertà di comportamenti, difesa della democrazia, «tutto questo ci spinge a dire che, tra i candidati principali di queste elezioni, due di loro, Marine Le Pen e Eric Zemmour, sono incompatibili con tutti i nostri principi, essendo i loro contrari ai valori repubblicani, all’interesse nazionale e all’immagine della Francia».

Nessun invito a votare Emmanuel Macron, dunque, ma un invito, bello netto, chiaro e preciso, a non votare i suoi più temibili (specie Le Pen) avversari. Chapeau. Ah, questi francesi…

 

LA PAGELLA

 

Le Monde. Voto : 7,5

Jérome Fenoglio. Voto: 7,5

La Repubblica di Eugenio Scalfari. Voto: 7,5

Eugenio Scalfari. Voto: 8,5

Emmanuel Macron. Voto: 6,5

Marine Le Pen. Voto: 4

Eric Zemmour. Voto: 2

 

 

    

 

 

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