I misteri nascosti
delle case veneziane
Un nuovo libro di Luca Colferai
Prolifico come non mai, lo scrittore (ma anche molto altro…) Luca Colferai pubblica per Newton Compton, dopo il successo di «Breve storia di Venezia», un nuovo libro dedicato alle «Case straordinarie» della città che fu Serenissima. Con ironia, garbo e intelligenza ci trascina nei misteri delle dimore che furono dell’Imperatrice Sissi, di Giacomo Casanova, di Carlo Goldoni, di Antonio Canova, di Francesco Petrarca, di Gabriele D’Annunzio, di Antonio Vivaldi, di Giovanni Battista Tiepolo e molti altri. Il libro ha vinto il Premio letterario internazionale «Cristina Campo» per la saggistica.
Francesco Petrarca, sì proprio lui, il poeta delle chiare fresche et dolci acque (Arezzo 1304, Arquà 1374), visse a Venezia, che riteneva “unico albergo a’ dì nostri di libertà, di giustizia, di pace”, per alcuni anni. Sei, raccontano le antiche cronache: dal 1362 al 1368. Abitava in una piacevole dimora, ottenuta per decreto del Senato, sulla Riva dei Schiavoni, Ca’ Molin delle Due Torri, dove spesso lo andava a trovare quel burlone di Giovanni Boccaccio, suo amicone, e da cui nelle sere di vento vedeva danzare le acque verdognole del porto.
Era un invidiabile punto di osservazione su tutta la vita cittadina, da cui poteva assistere in anteprima all’arrivo di grandi notizie, come ad esempio la vittoria sui ribelli greci di Creta (cui seguirono giorni di feste sontuose), istigati da coloni veneziani contrari alle imposte stabilite dal governo centrale: “Era forse l’ora sesta del giorno 4 giugno di quest’anno 1364, ed io mi stava alla finestra guardando sull’ampio mare che mi si stende d’innanzi…quand’ecco all’improvviso una di quelle lunghe navi che chiaman galee, coronata di verdi rami si avvicina, e facendo forza di remi entra nel porto”…
Carlo Goldoni a Venezia invece ci era proprio nato. Lo racconta lui stesso, all’inizio della sue memorie: “Nacqui a Venezia l’anno 1707, in grande e bella abitazione situata tra il Ponte dei Nomboli e quello della Donna Onesta, al canto di via di Ca’ Cent’anni, nella parrocchia di San Tommaso”. Il palazzo era stato costruito in stile tardogotico fra il Trecento e il Quattrocento dall’antica famiglia Rizzo, buona borghesia veneziana di burocrati statali e liberi professionisti (un riccio con quattro rose sullo stemma), ed era stato preso in affitto dalla famiglia del celebre commediografo (Venezia 1707 – Parigi 1793) dalla fine del Seicento fino agli anni Venti del Settecento. Visitarla (oggi è un museo) rende bene l’idea delle abitazioni delle classi medio-alte di un tempo: dalla corte d’ingresso con il pozzo in pietra d’Istria e il pavimento in mattoni disposti a spina di pesce, fino alla scala a due rampe sostenuta da archi acuti col corrimano decorato, all’androne porticato, agli interni irregolari col “portego” fuori asse.
Un altro veneziano famosissimo, Giacomo Casanova, nacque invece al 3198 di Calle Malipiero, a Santo Stefano. La calle prende il nome dal vicino Palazzo Malipiero, dove Casanova, appena quindicenne, tornato a Venezia dopo gli studi a Padova, conobbe il suo “primo maestro”, l’ormai anziano ma sempre gaudente senatore Malipiero, che lo volle sempre accanto come suo “commensale quotidiano”. In realtà c’è qualche dubbio, se non su dove nacque, sulla casa dove visse nei suoi vari soggiorni veneziani, che alternava ai suoi frequenti viaggi all’estero. E’ curiosamente avaro di informazioni al riguardo, lui al solito così torrenziale, nella “Histoire de ma vie”: “Nella casa dove abitavo io c’era morto mio padre (Gaetano Giuseppe Casanova, attore e ballerino, 1697-1733, ndr), e mia madre (Zanetta Giovanna Farussi detta “La Buranella”, attrice e ballerina, 1707-1776, ndr), aveva continuato a pagarne l’affitto; era una casa grande e molto ben arredata”.
Nascondono amori e misteri, delitti e fantasmi, e storie immaginifiche al limite dell’incredibile le case di Venezia. Case straordinarie. Difatti si intitola proprio così, “Le case straordinarie di Venezia” (sottotitolo: i segreti dei luoghi che hanno fatto la storia della città), il libro scritto dalla penna altrettanto straordinaria di un veneziano doc come Luca Colferai e pubblicato da Newton Compton Editori (351 pagine, 14,90 euro). Un racconto bizzarro della Serenissima che si dipana attraverso le abitazioni di chi l’ha resa grande. Un punto di vista unico sulla città: dalla casa di Antonio Canova in Rio Orseolo agli appartamenti dell’Imperatrice Sissi, dai Fratelli Bandiera in Calle dei Fabbri ad Aldo Manuzio in Rio terà San Paternian, dal Sotoportego del Tiepolo in Calle San Domenego a Palazzo Bellavite dove visse il poeta maledetto Zorzi Alvise Baffo, fino alla casetta rossa di Gabriele D’Annunzio.
Solo il passo felpato di Luca “Colo de Fero” Colferai, la sua ironia, il suo piglio sagace, la sua scrittura brillante, la sua cultura sterminata, potevano introdurci nelle case veneziane più celebri e nascoste, per svelarcene i segreti e sussurrarcene i misteri, in una lettura fresca e disinvolta, al tempo stesso colta e piacevolissima. Merce rara. Fortuna che Colferai non è uno storico, altrimenti un libro del genere sarebbe stato probabilmente barbosissimo. Colferai è un narratore di fole, uno scrittore apotropaico e palingenetico, abilissimo nel districarsi tra i generi più svariati, dai saggi ai racconti, dalle poesie ai romanzi, senza disdegnare gli articoli di giornale. La sua biografia (non ufficiale) lo definisce come giornalista pubblicista, art director, affabulatore, dottore magistrale in lettere. Ma anche ideatore, sceneggiatore, interprete di eventi e spettacoli, libero tipografo artigiano, stampatore, compositore a mano, linotipista, studioso di etimologia, linguistica, gastronomia, arredamento, abbronzatura integrale. Ha scritto, stampato, pubblicato e venduto libri fatti a mano. Per Newton Compton ha pubblicato “Breve storia di Venezia” e attualmente sta lavorando a un nuovo libro sugli intrighi della Serenissima. “Le case straordinarie di Venezia” nel 2023 è stato premiato per la saggistica al concorso letterario internazionale “Cristina Campo”. Colferai è inoltre direttore della casa editrice “I Antichi Editori”, della rivista di attualità culturali “Il Ridotto”, Gran Priore dell’Associazione Culturale “Compagnia de Calza I Antichi”, gruppo storico del Carnevale di Venezia.
Figura poco etichettabile, come si evince, che sfugge ad ogni classificazione, come ad ogni giudizio. Poco importa. Quello che conta è il suo piacere di raccontare, e di farlo con ironia, garbo e intelligenza, insieme al nostro piacere di leggerlo. Forte e armonioso come un Negroni fatto ad arte.
Luca Colferai
Le case straordinarie di Venezia
Newton Compton Editori
351 pagine, 14.90 euro
Premio Letterario “Cristina Campo” 2023 per la saggistica