Maurizio Scaparro
e la fata turchina
I primi cinquant’anni della carriera di un grande regista
In occasione dei primi cinquant’anni di carriera di Maurizio Scaparro presentato all’Ateneo Veneto il prezioso libro «L’illusione teatrale» (sottotitolo: il teatro tra utopia e realtà) che documenta con testi e immagini la storia recente del teatro italiano e veneziano attraverso il lavoro del maestro.
«La mia prima e unica esperienza come attore è stata alle elementari, quando il grandissimo Mario Scaccia, che a quell’epoca era anche maestro di scuola, mi scelse per fare Gesù Bambino. Ovvio che da quella volta non ho più potuto recitare: ogni ruolo sarebbe stato troppo modesto per uno che ha cominciato così». Maurizio Scaparro, cinquant’anni di attività teatrale alle spalle e altri cinquanta di fronte «come minimo», è indissolubilmente legato a Venezia. Anche a Roma, a Napoli, Parigi, New York e Barcellona, e poi Istanbul, Spoleto e anche Bologna, dove ha cominciato ad occuparsi di teatro scrivendo recensioni sull’Avanti «ma non quello di Lavitola».
Ma a Venezia, oltre a essere stato per due volte direttore della Biennale Teatro, ha dato vita nel 1980 allo storico Carnevale del Teatro, che ha segnato profondamente la cultura della festa del Novecento, mostrando come si possano fondere insieme lo spettacolo colto, lo spettacolo di piazza, e il casino totale del divertimento vivo e spontaneo. «Non che io abbia avuto un’idea a cui nessun altro poteva arrivare: il Carnevale c’era già, il teatro pure, bastava metterli insieme». Già. Ma ci vogliono anche capacità strategiche e tattiche, voglia di rischiare, intelligenza e creatività che permettono alle idee di diventare realtà. E fanno diventare reale l’illusione del teatro.
E pure, in quel torno d’anni ormai mitici, e poi come nel resto della sua ininterrotta e instancabile carriera, Maurizio Scaparro ha mostrato quella che per noi, alieni da capirci qualcosa seriamente di regia teatrale, sembra essere la sua dote più grande: la lucida capacità organizzativa, la sensibilità nella creazione dei rapporti umani e della gestione concreta di quel grande impegno che è una produzione teatrale.
E fu proprio (ancora) a Venezia, e nel bel mezzo di un grosso casino teatrale, che iniziò nel 1961 la carriera registica di Scaparro: uno spettacolo in programma alla Biennale, «Stefano Pelloni detto il Passatore», fu infatti lasciato a metà dal regista Virginio Puecher, e il giovane allora critico ne assunse la regia «in una delle notti più drammatiche o forse più incoscienti della sua vita» come sottolinea Maria Grazia Gregori, curatrice del libro da poco presentato a Venezia.
Vero è che la storia del Teatro italiano si intreccia inevitabilmente con la biografia artistica di Maurizio Scaparro, che segna, oggi come ieri, con i suoi progetti, incontri, spettacoli, regie teatrali, liriche e cinematografiche gli orizzonti culturali italiani ed internazionali. E il libro cerca di fermare su carta, con parole e molte preziose immagini, l’intensa galleria di ritratti e protagonisti, di luoghi ed eventi, autori e opere attraversate in una carriera sempre in movimento, sempre protesa in avanti. I cui dettagli è inutile elencare qui, visto che li trovate meglio scritti già nel libro.
L’unico particolare estremamente secondario della sua lunga proficua geniale carriera che ci interessa qui ricordare, perché ci piace tantissimo, è che Maurizio Scaparro fa parte della Compagnia de Calza «I Antichi» (di cui questo giornale è in gran parte seria emanazione) dal 1994 e ciò ci rende giocoforza faziosissimi a suo favore.
«Non ho mai sognato la fata dai capelli turchini, o cose del genere — scriveva Maurizio Scaparro nel 1980 su Anteprima Teatro — Per qualche tempo ho pensato che questo significasse una mia mancanza di fantasia, cosa che reputo tuttora possibile. Il mio accanimento, il mio sogno diciamo, era di poter partire dal reale per arrivare al fantastico».
In procinto di assumere la direzione artistica delle attività internazionali della Fondazione Teatro della Pergola di Firenze, nel ricordare la sua lunga frequentazione con Venezia e il suo teatro (nella storia e nel presente) della fortunata invenzione del Carnevale del Teatro, mai tanto rimpianto come oggi, sottolinea: «È vero che le cose sono cambiate, ma proprio perché sono cambiate cambieranno nuovamente ed è compito nostro spingerle in una direzione migliore».
Titolo: Maurizio Scaparro. L’illusione teatrale
Curato da: Gregori M. G., Aluigi D.
Editore: Skira
Data di Pubblicazione: 2011
ISBN: 8857211355
ISBN-13: 9788857211350
Pagine: 288
Formato: illustrato, brossura
euro 29