Non andrà
tutto bene
Nel Paese della paura
Sono belli, poetici, allegri e colorati. Anche commoventi, pieni di ottimismo, di speranza (e ce n’è tanto bisogno), quegli arcobaleni con la scritta «Andrà tutto bene», che tanti bambini disegnano in questi giorni nelle loro case di tutta Italia, dove sono costretti loro malgrado a vivere da reclusi senza averne alcuna colpa, per ripararsi dalle insidie di un morbo nuovo, un nemico cattivo che non conosciamo, che non sappiamo come affrontare, e che continua a farci del male, molto male. Possiamo solo proteggerci, più che possiamo, seguendo strettamente le indicazioni delle autorità sanitarie. Ma siamo sicuri che quando passerà -perchè prima o poi è certo che passerà, questa è l’unica cosa certa- sarà andato davvero tutto bene?
Sono belli, poetici, allegri e colorati. Anche commoventi, pieni di ottimismo, di speranza (e ce n’è bisogno), quegli arcobaleni con la scritta “Andrà tutto bene”, che tanti bambini disegnano in questi giorni nelle loro case, dove sono costretti a vivere da reclusi senza averne alcuna colpa, per ripararsi dalle insidie di un morbo nuovo, un nemico che non conosciamo, che non sappiamo come affrontare, e che continua a farci del male, molto male.
Andrà tutto bene, già. Chissà che sia così davvero e che tutto finisca presto, prima possibile. Che il morbo cattivo si stanchi di noi e se ne vada, all’improvviso e misteriosamente, senza alcuna ragione, proprio così come è venuto. Nel frattempo non possiamo fare altro che rispettare rigidamente, con serenità e consapevolezza, senza lasciarci prendere dal panico, tutte le disposizioni che ci vengono impartite dalle competenti autorità sanitarie. Evitare i contatti e i luoghi affollati, e restare tutti chiusi in casa a disegnare arcobaleni e a scrivere poesie.
Convinti che passerà. Presto o tardi, prima o poi, in un modo o nell’altro, passerà. Già, passerà. Certo che passerà. Anche le grandi pestilenze del passato, in fondo, sono passate. “Panta rei”, tutto scorre, dicevano gli antichi greci, gente che la sapeva lunga (l’autore dell’aforisma è Eraclito, citato da Platone nel suo “Cratilo”).
Anche il coronavirus che tanto ci impaurisce, passerà. Ma non andrà tutto bene, purtroppo. Quando ci risveglieremo dall’incubo, ci troveremo a fare la conta delle migliaia di morti e dei miliardi di danni. E scopriremo, con raccapriccio, che non è andato tutto bene. Proprio per niente. Al contrario, dovremo fare i conti col dramma e col disastro. Senza nemmeno poter dare a qualcuno la colpa di quello che è successo. Forse nemmeno a un pipistrello.