Cronache marziane

Non ho niente da fare assalto il parlamento

Nella terra ridente del Veneto felice (è solo un modo di dire, non è mica vero), c’è una televisione locale che ha la bella pensata di indire un dibattito intitolato Voi assaltereste il Parlamento?, e pone pertanto l’acuta domanda a una platea di piccoli politici locali di varie tendenze. Protestano i giornalisti dell’emittente e si indignano, con un comunicato di fuoco, l’Ordine e il Sindacato dei giornalisti del Veneto. Hanno (ma solo in questo caso) perfettamente ragione: non è corretto che un concetto eversivo venga posto in pubblico come una domanda qualunque.

Incendio del Parlamento di Montreal, 1849 (disegno di C.W. Jefferys; fonte: gutenberg.org).

COSMOPOLI – Voi assaltereste il Parlamento? Ma che caspita di domanda è? Eppure c’è chi se la pone, e non contento la pone anche ad altre persone. E non solo bevendo spritz al bar dello sport, che sarebbe anche perdonabile, ma pure in televisione, sia pure una tivù locale, ma qualcuno che la guarda magari anche ci sarà. Perciò non è bello. Neanche tanto educativo. Perché è un concetto eversivo posto in pubblico come una domanda qualunque.

È  successo qualche sera fa in una trasmissione in prima serata di Reteveneta, che è una delle emittenti di un gruppo televisivo, Medianordest, che comprende anche Antennatre, Telenordest e Telequattro. La trasmissione, cui prendevano parte alcuni esponenti politici locali, era condotta dal direttore Luigi Bacialli, un giornalista di lungo corso già alla guida, alcuni anni fa, del quotidiano Il Gazzettino di Venezia dove ha lasciato tracce indelebili (memorabile la sua invenzione di Monabomber).

Un’iniziativa alquanto discutibile «che ha fatto sobbalzare molti dalla sedia, ledendo la credibilità dei lavoratori dell’informazione», dalla quale hanno (giustamente) preso le distanze Sindacato e Ordine dei Giornalisti del Veneto: «poco cambia se si tratti di colpevole leggerezza o di scelta consapevole – hanno affermato in una nota – perché entrambe le opzioni sono gravi e non rendono onore a chi se ne è reso partecipe».

Condividiamo perfettamente l’indignazione. E però decidiamo di rispondere al sia pure scarsamente corretto quesito. Nel merito, personalmente rispondiamo di sì per almeno dieci buone ragioni. E, sempre personalmente, rispondiamo di no per altrettante dieci buone ragioni. Le affidiamo alla vostra meditazione  e al vostro implacabile giudizio.

Alla domanda proibita, «Voi assaltereste il Parlamento?», ecco le risposte. Altrettanto proibite.

PERCHÉ
    1) È un’esperienza eccitante.
    2) È negli assalti che tiro fuori il meglio.
    3) Vivo un presente di merda ma sogno un futuro da rivoluzionario.
    4) I simboli del potere vanno abbattuti.
    5) Così imparano quei cialtroni che lo abitano.
    6) Lì dentro sono tutti corrotti.
    7) Mi si son girate le balle.
    8) Devo pur far qualcosa per ammazzare la noia prima che la noia ammazzi me.
    9) Nelle rivolte trovi sempre tanta figa.
    10) Non avevo proprio un casso da fare.

PERCHÉ NO
    1) E’ troppo faticoso.
    2) Ti sporchi la giacca di Armani (anche di sangue che fa schifo).
    3) Non posso baruffare coi poliziotti che sono cari e bei ragazzi che mi piacciono tanto.
    4) Devo andare alla partita.
    5) Odio la gente che grida.
    6) Non sopporto quelli che ti sparano addosso.
    7) Quando scoppiano le rivoluzioni non so mai cosa mettermi.
    8) Le peggiori istituzioni saranno sempre meglio di una mandria di imbecilli.
    9) Tra gli assaltatori ci sono troppi froci nazisti.
    10) Ho altri cazzi per la testa.

LA PAGELLA
Assalto al Parlamento (inteso degli Usa). Voto: -2
Reteveneta (intesa come tivù). Voto: 4
Luigi Bacialli (inteso come giornalista). Voto: 4
Monabomber (inteso come Unabomber). Voto: 2
Sindacato e Ordine dei Giornalisti del Veneto (intesi limitatamente a questa vicenda). Voto:7

 

 

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