Non andrò mai più
in Olanda, piuttosto
vado a Londra
Teste di tulipano
Paese cinico e bizzarro l’Olanda. Non solo rifiuta sdegnosamente la solidarietà internazionale sui temi economici richiesta dall’Europa per far fronte comune ai danni causati dall’epidemia del coronavirus, ma decide di buttare a mare i propri vecchi, dopo aver fatto lo stesso con i bambini nati deformi. A tutti i cittadini oltre i settant’anni hanno fatto firmare un protocollo in cui si impegnano a rinunciare alle cure in caso di necessità, cioè se mancano letti, respiratori e medicine, in favore dei più giovani. Metodi nazisti, non certo da Paese civile. Un Paese civile non lascia morire i suoi vecchi e neanche i nati deformi. Li cura come tutti gli altri. Senza alcun tipo di distinzione. Sarà il caso di chiedersi se l’Olanda è degna di restare in Europa.
(r.b.) — Mi piacciono i tulipani. Di tutti i colori (di più quelli rosa). Mi piacciono quei piccoli, deliziosi caffè dove puoi comperare quelle erbette che ti fanno camminare leggero. Mi piacciono quelle signorine bionde con le treccine che ti salutano da dietro le vetrine come se ti conoscessero, che ti sorridono quando vai a trovarle, che ti ringraziano all’orientale, con una specie di inchino, quando te ne vai lasciando un regalino sul comodino. Mi piacciono anche le biciclette, i canali, le mucche pezzate e quegli zoccoloni di legno colorato che fanno malissimo ai piedi e un rumore tremendo quando cammini. Una volta ne ho comperato anche un paio (rosa), ma non li ho mai messi. Anzi, adesso li butterò via.
Non ci tornerò più in Olanda. Non ci tornerò perché mi hanno detto che i responsabili della loro efficientissima sanità (ma sarà poi vero che è così efficiente?), hanno fatto sottoscrivere a tutti i cittadini che hanno più di settant’anni, l’impegno che in caso di necessità, se si ammaleranno di coronavirus, rinunceranno alle cure per lasciare ai più giovani il loro letto, il loro respiratore, le loro medicine. Pare che molti (tutti?) abbiano firmato (volontariamente?). Qualcosa di simile l’avevano pensato anche alcuni decerebrati italiani (confronta “Avete ragione sono vecchio lasciatemi andare” su “Il Ridotto”, marzo 2020). È roba da nazisti, non da Paese civile.
Un Paese civile non lascia morire i suoi vecchi. Li cura come gli altri. Come tutti gli altri, di qualsiasi età, sesso, religione, nazionalità, stato sociale. Senza alcuna distinzione. Se mancano letti, respiratori, medicine, li compera, e se non ha i soldi per comperarli, fa debiti. Se mancano medici e infermieri, li cerca e li assume. Se mancano ospedali, costruisce ospedali da campo, requisisce e attrezza alberghi, stadi e palazzetti dello sport Queste teste di tulipano invece preferiscono non fare nulla e buttare via i vecchi lavandosene le mani. Come fossero immondizia. Pazienza. Tanto moriranno lo stesso. E saranno i primi a morire. Certo, ci pensa già la natura, a cosa serve curarli?
Che gli olandesi (quantomeno questi loro governanti) ragionassero in maniera tanto cinica e idiota, del resto lo si era capito alcuni giorni or sono, quando, sui temi economici, avevano opposto all’Europa un rifiuto sprezzante alla solidarietà fra Paesi e alla suddivisione economica dei costi mostruosi dell’epidemia. Chissà che affondino prima di noi. Personalmente, l’avevo intuito qualche anno fa quando “Repubblica”, il giornale per cui lavoravo, mi aveva inviato a Groningen, nel Nord del Paese, per un reportage sull’ospedale degli angeli dove davano il benservito ai neonati venuti al mondo con alcune malformazioni, tipo spina bifida, come facevano gli spartani nell’antica Grecia quando gettavano i bimbi nati deformi dal monte Taigeto.
Bravi, teste di tulipano. Prima buttate via i bimbi, adesso i vecchi. Siete proprio un gran bel Paese. Ma non mi avrete. Appartenendo alla seconda categoria, penso sia più prudente astenersi. Perciò non tornerò nel vostro bel Paese. Come ama dire il mio gentile amico Cavalier Martina, piuttosto vado a Londra (nonostante Boris). Nessuna resa mai.