Più cani che uomini
nel grande Nord
di Jack Paolini
In tournée l’ultimo lavoro teatrale di Marco Paolini
Ballata di uomini e cani dedicata a Jack London, il celebre autore di Zanna Bianca, è un originale canzoniere teatrale con brani tratti da opere e racconti dello scrittore, e con musiche e canzoni di Lorenzo Minguzzi dei Mercanti di liquore ad essi ispirati. L’attore in scena con tre musicisti.
(r.b.) — Ma che strano quel ragazzo, dicevano un tempo di lui quando se ne andava in giro a raccontare storie strampalate di matti del suo paese. Ora quel tempo è passato e lui non è più un ragazzo, gli sono spuntati anche dei peli bianchi nel pizzetto. Ma continua a raccontare storie strampalate. Anzi stavolta sembra essere tornato anche più indietro, ai tempi dell’adolescenza, a quando leggeva avidamente i libri di Jack London. «A lui – confessa – devo una parte del mio immaginario di ragazzo».
Nel suo ultimo lavoro teatrale, Ballata di uomini e cani, attualmente in tournée, Marco Paolini ha abbandonato i toni favolistici del Milione di Marco Polo e anche quelli della denuncia sociale e dell’orazione civile, tipici di lavori come Vajont. Per trovare invece una chiave più intima, più selvatica, più rustica, meno legata alle ansie dell’attualità e più attenta ai rumori profondi, quasi ancestrali, dell’anima.
Lo spettacolo, un atto unico di un’ora e mezza, ha la forma di un canzoniere teatrale, in cui si esalta, anche per la varietà dei registri narrativi, la ben nota capacità affabulatoria di Paolini, sapientemente accompagnato dallo stralunato Lorenzo Monguzzi (leader dei Mercanti di liquore, band che ripropone De André) alla chitarra e voce, al clarinetto dall’impeccabile Angelo Baselli, e alla fisarmonica dall’estroso Gianluca Casadei.
Ballata di uomini e cani è composta di tre racconti, della durata di circa mezz’ora ciascuno, cui se ne aggiunge uno più breve costruito su episodi giovanili tratti dalla biografia di London. Si tratta di brani tratti da opere e racconti di Jack London e con musiche e canzoni ad essi ispirate, che non svolgono semplicemente una funzione di accompagnamento, ma di vera e propria narrazione che dialoga e si alterna con la forma orale.
I racconti trascritti oralmente dallo stesso Paolini, e raccontati in una scenografia spoglia, tra bidoni di latta, assi di legno, e vestiti poveri, come in un vecchio paese di frontiera, sono quelli del cane Macchia, di Bastardo e di Preparare un fuoco. In tutti e tre uomini e cani sono coprotagonisti. E Paolini – ma lo si scoprirà solo alla fine – racconta queste storie sempre dalla parte del cane.
Lo spettacolo, in sostanza, è un tributo al lavoro di Jack London, che «non è uno scrittore per ragazzi, la definizione gli sta stretta – ammonisce Paolini – ma è un testimone, un testimone di parte, che si schiera e si compromette, e quello che fa entra in contraddittorio con quello che pensa». È facile usarlo per sostenere un punto di vista, spiega l’attore, ma anche il suo contrario: «Zanna Bianca e Il richiamo della foresta, sono antitetici».
Paolini scrive, nelle note di presentazione dello spettacolo, che la vita di London è fatta di periodi che hanno un inizio e una fine e non si ripetono più, per cui lo scrittore parte da quei periodi per inventare storie credibili dove l’invenzione affonda nell’esperienza, ma poi la supera.
«Sono partito da alcuni racconti del grande Nord – spiega – e ho cominciato questo spettacolo raccontando le storie nei boschi, nei rifugi alpini, nei ghiacciai. Ho via via aggiunto delle ballate musicate e cantate da Lorenzo Monguzzi. Ma l’antologia di racconti è stata solo il punto di partenza per costruire storie andando a scuola dallo scrittore. So che le sue frasi non si possono “parlare” semplicemente, che bisogna reinventarne un ritmo orale, farne repertorio per una drammaturgia».
È un Paolini diverso. Meno aulico, più morbido. Il suo racconto fila piacevole e veloce, delicato anche nei passaggi più duri, come in una notte di racconti attorno al fuoco che crepita, la bottiglia che passa di mano e le voci che piano piano si fanno più distanti. Vale il biglietto. ★
Voto: 7,5