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Brugnhard

Nel suo essere fieramente campagnolo, che al limite, se preso in piccole dosi, potrebbe suonare anche simpatico, il sindaco di Venezia Gigio Brugnaro, affermatosi anche fuori dai confini per il suo raffinato eloquio da facchino ubriaco, è diventato Brugnhard: impresentabile in società. E francamente indifendibile. Per non dire del tutto inadeguato a rappresentare una città che ha nel suo dna secoli di intelligenza, di cultura, di educazione, di rispetto e tolleranza.

Roberto Bianchin

Ad ascoltarlo, mentre spara insulti via radio peggio che all’osteria, c’è non solo da restare letteralmente allibiti. C’è da vergognarsi. Per i veneziani, soprattutto. In primis per quelli che incoscientemente lo hanno votato (e si sono già pentiti), ma anche per quelli che saggiamente non lo avevano nemmeno preso in considerazione e ora si trovano a essere rappresentati da un personaggio del genere. Derisi anche fuori laguna.

Brugnhard si è arrabbiato, durante una trasmissione su Radio Capital, perché Vittorio Zucconi, direttore dell’emittente e firma storica di Repubblica, ha definito «grottesca» la sua posizione sulle questioni poste dal Family Day. E ha chiamato «stronzi» e «pezzi di merda» il direttore della radio e il conduttore della trasmissione Edoardo Buffoni.

«Sono stato provocato», si giustificherà dopo. Ma qual era stata la provocazione? Sempre quel «grottesca», che per Brugnhard è un insulto («Ma come si permette?», era sbottato), quando invece, al massimo, è una critica, e un sindaco dovrebbe abituarsi a ricevere le critiche, quando beninteso non trascendono in offese. Non era questo il caso. Grottesco non è un’offesa. Per lo Zingarelli, celebre dizionario della lingua italiana, si dice «di ciò che è ridicolo per stranezza, bizzarria, deformità o goffaggine». Il sindaco lagunare, appunto.

È per questo che Brughnard ha torto marcio. Grottesco si può dire di una persona, non farà molto piacere, ma non è offensivo. Stronzi e pezzi di merda, no. Perché sono, appunto, offese. Se Zucconi e Buffoni decidessero di querelare Brugnhard per ingiurie (ma non lo faranno, sono dei gentiluomini), vincerebbero la causa in qualsiasi tribunale del mondo.

Recidivo, Brugnhard. Ci era già cascato, collezionando figuracce a ripetizione, con Elton John, Adriano Celentano, Gianni Berengo Gardin e altri ancora. Sindaci non ci si improvvisa. Un sindaco dovrebbe capire, per esempio, che un politico può andare al Family Day, ma un sindaco no. Perché un sindaco è sindaco anche di chi la pensa in modo contrario al Family Day, e quindi per fare davvero il sindaco di tutti, come blatera, dovrebbe andare anche al Family Gay, invece di dire che il Gay Pride non lo vorrebbe mai nella sua città.

Ma alla fine, queste sono solo scaramucce. Il vero problema, poveri veneziani, è che Brugnhard è sindaco da parecchi mesi, e delle tante rivoluzioni promesse non s’è vista nemmeno l’ombra. Zero di zero. Meno di niente. Persino i suoi cavalli di battaglia, l’ordine pubblico e la sicurezza, si sono azzoppati prima ancora di cominciare la corsa. Caos e degrado a Venezia e Mestre sono uguali a prima. Per non parlare della cultura.

Tutto questo è grottesco? No, è molto peggio. Ma forse è colpa mia che sono stronzo.★

il lunedì
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