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Attualità

Ich bin Carola

La nuova figuraccia italiana

La figuraccia è quella dell’ineffabile governo beffato dalla nave con quaranta migranti a bordo che non volevano far sbarcare, e che invece è approdata lo stesso forzando il blocco. Una decisione coraggiosa della comandante, una giovane donna tedesca di trentuno anni. Lo ha fatto unicamente per motivi umanitari, date le precarie condizioni fisiche dei migranti che erano a bordo, dopo diciassette giorni di mare. Arrestata, ora rischia dieci anni di carcere per la ridicola accusa di «resistenza o violenza contro una nave da guerra» (!). Ma non solo. Vogliono anche multarla, espellerla, sequestrare e affondare la nave. Gli insulti -anche pesanti- sono già arrivati dalla parte peggiore del Paese. Noi non abbiamo dubbi: noi stiamo con lei. Ich bin Carola.

Roberto Bianchin

(r.b.) — Già non aveva senso impedire di sbarcare sul suolo italico a una nave con quaranta poveracci a bordo in condizioni penose dopo diciassette giorni di mare. Non aveva senso. Era solo stupido.

Sia perché mettevi a repentaglio le loro vite (che comunque valgono come quelle di qualunque essere umano). Sia perché quaranta migranti in più o in meno non fanno la differenza, quando da anni continuano a entrarne in Italia ogni giorno a centinaia e a migliaia sia da terra che da mare. Sia perché è meschino –e soprattutto non serve a nulla- fare la voce grossa con un pugno di disperati.

Il problema dell’immigrazione è un problema serio che ci trasciniamo da anni (e che ci trascineremo per tanti anni ancora…), che riguarda non solo l’Italia (dovrebbe riguardare tutta l’Europa, dovrebbe…), che dev’essere affrontato appunto con serietà, con rigore ma anche con umanità (si parla pur sempre di esseri umani), e non con quel campionario di idiozie, provocazioni, rabbie, isterismi, volgarità, odi, razzismi che la parte peggiore di questo Paese, compresa quella che sta al governo, mette ogni giorno bellamente (stupidamente) in mostra.

Così non ha senso esultare (“giustizia è fatta”, ha sbavato un ministro di questo bel Paese), per l’arresto –ai domiciliari- della comandante della nave. Come non ha senso parlare di “atto di inammissibile violenza” da parte sua (il procuratore di Agrigento). O imputarle un “comportamento criminale” che le valga una condanna a dieci anni di carcere per “resistenza o violenza a una nave da guerra” (!). Come non ha senso proporre di multarla, di espellerla, di sequestrare e affondare la nave (la tortura, no?).

La comandante Carola (solo lei merita di essere citata con il nome in questa brutta vicenda), ha fatto –giustamente, semplicemente- solo quello che doveva fare: sbarcare quei quaranta poveracci prima che le morissero a bordo. Punto e basta. Ogni altra considerazione, in questa vicenda, non ha senso. E’ solo stupida. Il problema dell’immigrazione è serio e va risolto in modo serio. Non certo così.

Ce lo hanno dovuto ricordare –a conferma, l’ennesima, del tragico isolamento dell’Italia in Europa- sia il ministro degli esteri tedesco Heiko Mass (“Salvare vite umane è un dovere umanitario, e non può essere criminalizzato”), che il suo collega francese Christophe Castagner (“la chiusura dei porti è una violazione del diritto del mare”).

Senza contare, per dirla tutta, che, l’hanno arrestata sì, la comandante, e la processeranno, ma lei, sbarcando i migranti che nessuno voleva, ha beffato tutti. Governo, ministri, militari, magistrati, fascisti, razzisti, idioti e teste di cavolo di cui questo Paese è tristemente pieno.

Sì, certo, la processeranno, la condanneranno, la multeranno, la espelleranno (gli insulti, quelli sono già arrivati). Ma è lei la vincitrice. L’unica che esce a testa alta da questa sporca storia. Per questo stiamo con lei. Senza se e senza ma. La appoggeremo. La aiuteremo. Come abbiamo fatto ieri a Parigi dopo gli attentati a Charlie Hebdo: Je suis Charlie.

Oggi è giusto dire: Ich bin Carola.

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Sab, 06/01/2019 - 12:00
Carola Rackete al momento dell'arresto (fonte: retenews24…

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