Ricchi

Tasse più alte ai ricchi, ha detto negli Usa il presidente Barak Obama. Oh! Finalmente un politico che parla schietto. Tasse più alte ai ricchi si capisce subito cosa vuol dire: è una scelta di campo, un obiettivo preciso, un messaggio diretto, un bersaglio inequivocabile. E ha spiegato: «Se vogliamo seriamente ridurre il disavanzo di bilancio, dobbiamo fare in modo che i ricchi paghino un po’ di più, e combinare questi incrementi delle tasse ai ricchi con tagli alla spesa. Ho infatti il dovere di garantire che il fardello della riduzione del deficit non ricada interamente sulle spalle degli anziani e delle famiglie della classe media».

In Francia, il presidente Francois Hollande, come aveva promesso durante la campagna elettorale, ha messo una supertassa sui ricchi, sui milionari per l’esattezza, che colpisce con un prelievo del 75% i redditi che superano il milione di euro l’anno. La Corte Costituzionale gliel’ha bocciata, sostenendo che non deve essere applicata ai singoli individui bensì all’intero nucleo familiare, perché potrebbe generare l’ingiustizia che se in una famiglia ci sono due redditi che sfiorano il milione, poniamo da 999mila euro ciascuno, nessuno paga la supertassa, mentre la pagherebbe un solo reddito che superi il milione anche di un solo euro. Hollande non ha battuto ciglio. Ha preso atto dell’osservazione della Corte, che non è poi così campata in aria, e ha detto che ripresenterà la legge con i necessari aggiornamenti. La Francia dunque avrà la supertassa sui ricchi.

L’Italia no. A differenza della Francia e degli Usa, l’Italia non ha messo alcuna tassa né alcuna supertassa su alcun ricco. In Italia il governo di Mario Monti, che pure ha il grande merito di aver messo in ordine i nostri conti e di averci ridato in Europa la credibilità che Papi Silvio Berlusconi aveva sciaguratamente perduto, ha messo le mani nelle tasche dei poveri anziché in quelle dei ricchi. Anche qui, una netta scelta di campo. Ma in senso diametralmente opposto a quelle di Obama e di Hollande.

Monti ha messo le mani nelle tasche dei più poveri. Dei pensionati. Sono fatti, non opinioni. Per effetto del blocco delle rivalutazioni, deciso dal decreto Salva Italia adottato l’anno scorso dal governo guidato da Mario Monti, le pensioni sopra tre volte l’importo minimo, cioè gli assegni superiori ai 1.200 euro netti al mese, non si adegueranno quest’anno (né il prossimo) al costo della vita. Questo significa che nel prossimo biennio questi pensionati, che sono circa sei milioni, un terzo del totale, e che non hanno certo pensioni d’oro, non solo non avranno alcun aumento (il che è già drammatico, con l’aria che tira), ma perderanno in media 1.135 euro ciascuno.

Non è solo curioso notare come Monti colpisca i redditi da diecimila euro l’anno, mentre Hollande quelli da un milione. È pazzesco.

Ora Mario Monti si candida a guidare l’Italia. Pienamente legittimo. In un Paese democratico, chiunque si può candidare. Del resto, se si candidano cialtroni, mafiosi e buffoni, possono benissimo farlo anche i professori.

Non so voi, ma io preferirei votare per Obama e per Hollande. ★

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